Canosa Sannita: paese sul #tratturo

Canosa SannitaIl Comune di Canosa Sannita, che sorge su un colle tra le valli della Venna e dell’Arielli, ha realizzato nel suo territorio una piacevole rete di “sentieri del vino”.

 

Partendo dal centro del paese i sentieri si snodano tra i vigneti lungo le vie tradizionalmente utilizzate dai contadini e accompagnano il turista alla scoperta di piccole opere della tradizione rurale, come il Casino di Moggio, la Torre del Castelluccio e il Mulino De Sanctis. Particolarmente suggestivo sarà anche il ripercorrere l’antico Tratturo Magno che attraversa l’agro di Canosa. I percorsi sono ottimamente segnalati e ben riconoscibili grazie ai numerosi cartelli informativi.

 

Un po’ di storia. L’insediamento di Canosa è citato nel IX secolo tra i possedimenti abbaziali e fu quindi donato nel 1113 al vescovo di Chieti. Nel XIII secolo viene ricordato il castello, in possesso di Guglielmo di San Giuliano, “giustiziere d’Abruzzo” e fedele al re Manfredi, che vi pose una guarnigione comandata dal capitano Roano.

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I camminatori e i cavalieri durante il transito nei vigneti di Canosa Sannita, Tratturo Magno, 3 ottobre 2014.

In quell’epoca era attiva a Canosa la produzione artigianale di macine da mulino. Il feudo si trovava al confine tra i territori delle diocesi di Ortona e di Lanciano (attualmente riunite nell’arcidiocesi di Lanciano-Ortona), che se ne contesero la gestione. Nel 1625 il feudo passò alla famiglia Valignani e quindi ai Celaya. Dopo l’abolizione della feudalità nel 1806, Canosa partecipò alle vicende risorgimentali.

 

Con l’annessione al Regno d’Italia nel 1861 aggiunse al nome di “Canosa” l’epiteto di “Sannita”, per distinguersi da Canosa di Puglia. A partire dal 1862 Canosa fu uno dei monti frumentari, istituzioni di prestito di grano e cereali per i paesi vicini, che assisteva circa trecento persone.