Paesi sul tratturo. Poggiofiorito.
- domenica, 12 aprile 2015 15:36
Piccolo borgo sul tratturo magno è Poggiofiorito, comune di 976 abitanti, situato su un’altura alla sinistra del fiume Moro, a 299 metri sul livello del mare, in provincia di Chieti.
La sua caratteristica? Dal punto di vista di chi attraversa a piedi questo comune è la distanza delle case tra di loro, tipica distanza “da tratturo”, 100 metri almeno. Le case non sono di fatti collocate ai bordi della strada provinciale, ma un po’ più là.
Le origini del paese risalgono all’epoca romana, quando il tratturo, ai cui lati sorse il centro abitativo, rappresentava una via naturale che collegava Roma alla Puglia ed alla Calabria e quindi all’Adriatico, favorendo le partenze verso l’oriente. Nacque una grande “statio”, ovvero una stazione abitata da soldati con famiglie al seguito, dove i romani potevano riposare ed eventualmente cambiare i cavalli stanchi, per poi ripartire da e verso Roma.
Con la caduta dell’Impero, la storia di Poggiofiorito e quella della vicina Arielli s’intrecciano. Nel XIII secolo, proprio ad Arielli, si sviluppò un nucleo di case coloniche sorte attorno al castello del barone Vincenzo Crognale che tra i suoi possedimenti aveva dei terreni molto estesi nella parte orientale della contea. Alcuni contadini cominciarono a coltivare quelle zone incolte costruendo delle piccole abitazioni proprio dov’è l’odierna Poggiofiorito. Intorno al 1400 questo primo gruppo di case prese il nome di Casale, poi Villanova, Villarielle, ed infine nel 1911 Poggiofiorito.
Tra le comunità di Arielli e Villarielli, ci furono sempre contrasti: nel 1910-1911 fu costruita una ferrovia il cui percorso non passava per Villarielli. A causa di questo fatto, si riaccesero degli asti, sentiti ancora oggi, che spinsero gli abitanti a decidere di cambiare anche il nome del proprio paese per tagliare ogni legame con l’”odiata” Arielli: il nome Poggiofiorito, suggerito dal Generale Tommaso di Martino, scrittore e poeta, richiamava alla fonte del Pojio, ancora esistente, ed alla caratteristica tradizione locale di ornare i balconi delle case con piante e fiori. Dopo poco la controversia della ferrovia si risolse concedendo una fermata facoltativa in una nuova stazione molto più vicina al paese.
Poggiofiorito, durante la Seconda Guerra Mondiale, si trovò lungo la linea dei bombardamenti che oltre a causare numerosi lutti tra gli abitanti, portò alla quasi completa distruzione del paese.
In uscita dal paese, direzione Lanciano, sulla destra si trova un grande abbeveratoio per gli animali, reperto di grande importanza storica e culturale. Qui un’immagine di cavalieri delle “Giacche Verdi” in occasione dell’ottava edizione del Tratturo Magno, 3 ottobre 2014.
